Clorofluorocarburi
I CFC sono composti costituiti da Cloro, Fluoro e Carbonio. I più comuni CFC sono i CFC-11, CFC-12, CFC-13, CFC-14 e il CFC-15. Sono molecole gassose incolori, inodori o con debole odore di etere, ininfiammabili, chimicamente stabili, senza alcuna azione tossica. Questi gas sono stati inventati negli anni ’20, da allora sono stati prodotti (per sintesi chimica partendo dal metano) e utilizzati in grandi quantità come: refrigeranti per impianti frigoriferi e condizionatori d’aria, propellenti per bombolette di aerosol, agenti schiumogeni e solventi.
Un tempo i CFC erano considerati sostanze ideali per impieghi industriali perché economici, stabili ed inerti e quindi non tossici; ma proprio questa loro mancanza di reattività li rende pericolosi per l’ozono stratosferico.
Dal 31 dicembre 2000 l’utilizzo dei CFC, anche nelle operazioni di manutenzione e di ricarica di impianti per la refrigerazione ed il condizionamento già esistenti, è proibito.
In alta atmosfera, infatti, alcune reazioni di fotolisi liberano atomi di cloro che attraverso una reazione a catena di catalisi distruggono l’ozono (O3) convertendolo in ossigeno (O2). Il tempo vita in atmosfera di questi gas è nell’ordine delle centinaia di anni, pertanto il loro effetto di gas serra è pericolosissimo e molto durevole.
Pur avendo, in atmosfera, una concentrazione di 0,001 ppm, il loro contributo all’effetto serra è molto elevato. Si stima che nelle regioni tropicali essi siano i diretti responsabili di un quinto dell’effetto serra indotto dall’uomo (0,25 W/m2). L’organizzazione meteorologica mondiale (WMO) e l‘Agenzia per l’ambiente delle nazioni unite (UNEP) hanno avviato negli anni ’70 ll dibattito sull’assottigliamento dello strato di ozono dell’atmosfera. Il buco dell’ozono, come è stato comunemente chiamato, riduce la capacità che l’ozono ha di schermare le radiazioni dannose per la nostra pelle con effetti disastrosi sul clima. Con l’accordo di di Montreal (1987) prima, e quelli di Londra (1991) e di Copenaghen (1992) la maggior parte dei Paesi industrializzati prese provvedimenti per eliminare la produzione di cloro-fluoro-carburi (CFC) contenut inelle bombolette spray e nei frigoriferi. Fortunatamente le misure prese si sono rivelate utili poiché lo strato di ozono si è notevolmente ispessito e si stima che tra pochi anni la situazione tornerà alla normalità.
Studi precedenti hanno utilizzato analisi statistiche dei cambiamenti nelle dimensioni del buco dell’ozono per sostenere che la riduzione dell’ozono stesse diminuendo. Questo studio è il primo a utilizzare le misurazioni della composizione chimica all’interno del buco dell’ozono per confermare che non solo la diminuzione dell’ozono sta diminuendo, ma che la diminuzione è causata dal calo dei CFC.